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Storia del Club

In una sera di Novembre del 1978, sette amici (vogliamo ricordare i loro nomi? Sandro Berardi, Giorgio Gaspari, Lucio Malavolta, Enrico Martinelli, Giancarlo Nicolussi, Giorgio Sabelli, Roberto Tiozzo) uniti dalla comune passione per l’acqua fondarono il Gommone Club Verona.

Come per tutte le associazioni, gli inizi non furono facili: trovare i luoghi per le riunioni dei soci non era cosa semplice e le stesse si svolgevano per lo più in locali pubblici affittati per l’occasione, mentre per le riunioni del direttivo si utilizzavano spesso le case dei componenti il consiglio (che si concludevano spesso in “gloria” con pantagrueliche abbuffate).

Organizzare le uscite, data l’inesperienza, era più complicato ed ogni itinerario veniva prima verificato con un sopralluogo del direttivo, ma l’entusiasmo permetteva di superare ogni ostacolo e così il Club incominciava a crescere – dai 7 soci, ai 14 del 1979, ai 34 nel 1980 – ed a pensare in “grande”: alle prime timide sortite a breve raggio (Lago di Garda, Adige in città), gli sguardi si rivolsero presto a nuovi lidi e le mete diventarono più importanti: Lago d’Iseo, Laguna di Venezia, fiumi Mincio e Po, Naviglio di Brenta, Delta del Po.

La fondazione dell’AGI (Associazione Gommonautica Italiana) insieme ad altri Club italiani, permise ai soci più audaci di partecipare a manifestazioni ancor più impegnative organizzate dai sodalizi di altre città: la Gommonatalonga di Ferrara (Gommone Club Ferrara), il Raid delle Cinque Terre (Gommone Club Genova), la Pordenone – Caorle – Pordenone (Associazione Gommonauti Pordenonesi), il Raid dell’Amicizia Trieste – Rovigno (Club del Gommone Trieste), la Venezia – Trieste invernale (Gommone Laguna Club).

Di fronte a queste iniziative, il Gommone Club Verona non volle essere da meno e già nel 1979 prese il via il primo grande avvenimento organizzato dal Club: la caccia al Tesoro in Gommone.

Questa manifestazione si svolgeva in due giorni sul lago di Garda: il primo giorno gli equipaggi dovevano risolvere indovinelli, cercare oggetti (si narra che ancora oggi in una farmacia del basso lago vi sia una discreta scorta di preservativi di una certa marca, ordinati dopo che in una delle edizioni almeno trenta persone nell’arco di due ore entrarono per richiederla), travestirsi in svariati modi, mentre il secondo giorno era dedicato alle prove speciali in acqua su un determinato percorso (alcuni esempi: slalom cieco, pallacanestro, bar volante, il gambero, gioca a dadi, la giostra ovaiola ecc.)

Il successo fu completo, la Caccia al Tesoro venne inserita nel calendario nazionale AGI e per quattro anni diventò – l’ultima edizione si tenne nel 1982 – uno degli appuntamenti più attesi, con equipaggi che arrivavano da tutta Italia per partecipare.

Nel 1980 ci fu la prima uscita, non ufficiale, all’estero grazie all’intraprendenza di due soci fondatori (Giorgio Sabelli ed Enrico Martinelli) che navigarono il fiume Rodano.

Il proliferare di tutte queste iniziative e l’aumento degli iscritti, diventati ormai più di quaranta, rendeva sempre più evidente l’importanza di avere una propria sede la cui ricerca continuava, ma con scarsi risultati, finché nel 1982, grazie alla cortesia dell’Asso Sub che accettò di condividere la propria, il Gommone Club Verona ebbe la sua prima “base”.

Questa novità riaccese gli entusiasmi per fare nuovi programmi.

1983, prima gita “clou” di tre giorni: le Cinque Terre cui parteciparono dieci gommoni che raggiunsero Bonassola (La Spezia) per navigare la Riviera di Levante.

Nello stesso anno veniva organizzata la “Gommogarda”, manifestazione che sostituiva la Caccia al Tesoro e che consisteva in un giro turistico sul Garda aperta a tutti i Club Italiani: i soci nel frattempo diventarono quarantasei.

1984: gli iscritti continuavano ad aumentare – si arrivò a cinquanta – e la gita dell’anno vide quindici gommoni effettuare il tour dell’Isola d’Elba.

Si svolse anche la seconda edizione della Gommogarda a cui parteciparono circa duecento gommoni.

A questo punto occorre aprire un inciso: a chi legge queste righe oggi e va in gommone da poco tempo, potrà sembrare che una uscita alle Cinque Terre, il periplo dell’Elba o la Pordenone – Caorle siano, tutto sommato, delle “gitarelle”, (ma come! Si va in Corsica, in Croazia, in Sardegna con attraversate di decine di miglia e questi ci raccontano di escursioni fuori porta come se fossero raid avventurosi. Ma andiamo!).

Certo, viste con i mezzi nautici odierni quelle uscite possono effettivamente sembrare delle “passeggiate”, ma riferite ai mezzi di allora?

Fino a metà degli anni ’80 – ed anche un po’ oltre – il gommone tipo era proprio un “gommone” e cioè tre o quattro salsicciotti (ebbene sì, i tubolari a compartimenti c’erano già!) incollati insieme, sotto i quali veniva fissato un telo – sempre in tessuto gommato – che fungeva da carena, messo in tensione da un paramezzale – la chiglia – che poteva essere un altro salsicciotto – chiglia pneumatica – o una trave in legno o alluminio – chiglia rigida – sagomate in modo da dare una certa forma a V al telo di carena (si ricordano ancora le estenuanti discussioni tra i fautori di una o dell’altra soluzione per stabilire quale fosse la migliore); a completare il tutto c’era il pagliolato in legno od alluminio che fungeva da tolda e su cui si appoggiava il serbatoio del motore (in metallo o plastica da 20-25 Lt).

La dimensione media era di metri 3,80-4,20 (c’erano soci con mezzi anche più grandi: ml. 4,60-5,00 e addirittura un 7,50, ma si contavano sulle dita di una mano e venivano considerati come “i soliti esagerati”) e la motorizzazione tipo era il fuoribordo da 15-25 HP a due tempi (i quattro tempi erano, allora, prerogativa di alcune opere teatrali o degli entrofuoribordo dei “motoscafi”), a carburatori (l’iniezione si faceva dal dottore) ed i possessori di potenze superiori (35-50 HP, perché andare oltre era al di fuori dell’immaginazione di molti) venivano sbrigativamente liquidati come “smanettoni”.

La guida era rigorosamente a barra, seduti sul tubolare – generalmente quello di sinistra – e l’invertitore delle marce si azionava a mano (sporgendosi all’interno poiché era posizionato dalla parte opposta della barra).

I gavoni non esistevano: al massimo c’era una rete da posizionare sotto il tendalino di prua per tenere ferma la borsa delle dotazioni di bordo e, se ci stava, quella del picnic.

Anche l’equipaggio prendeva generalmente posto sui tubolari o sedeva sul pagliolato appoggiando la schiena ad un siluro ed i piedi su quello opposto (qualcuno utilizzava dei “sedili” gonfiabili fissati ai tubolari: comodità superflue per i più) e doveva dimostrare ottime doti di equilibrio, per non finire in acqua con il mosso o per qualche brusca manovra del comandante.

Ovviamente, strumentazione di bordo, radio CB, bussola (il GPS ancora non esisteva), consolle di guida, timoneria idraulica, sedili in pelle, casse da marinaio (i gavoni sarebbero arrivati con la vetroresina), prendisole, facevano ancora parte dell’immaginifico per i più.

Le marche più “gettonate” per i gommoni erano: Asso, BAT, Callegari, Domar, Eurovinil, Lomac, Mirage, Zodiac e per i motori: Carniti, Evinrude, Jhonson, Mercury, Selva, Volvo Penta, Whitehead (i giapponesi cominciavano appena ad apparire).

Praticamente, la versione un po’ più grande dei “tender to” che oggi vengono utilizzati dai proprietari delle grosse barche per scendere a terra.

Si può allora comprendere come i 160 Km della Pordenone – Caorle – Pordenone o i 147 Km del periplo dell’Elba affrontati con quei mezzi, seduti su di un tubolare, guidando a barra e magari con il mare mosso, non fossero proprio delle “passeggiate”.

Chiuso l’inciso riprendiamo a ricordare i punti salienti della storia di questi venticinque anni.

1985, cominciava l’evoluzione del Club: i gommoni con carena in vetroresina iniziavano la loro marcia inarrestabile (grazie soprattutto alla Marshall ed al suo M80) e su cinquanta mezzi già diciannove erano quelli di nuova generazione.

Anche le lunghezze aumentavano: trenta erano ancora fino a ml. 4,20, ma venti superavano già tale dimensione e di questi, tre erano oltre i ml. 5,00.

Salivano di pari passo le motorizzazioni e quelle che oltrepassavano la fatidica soglia dei 25 HP erano dieci.

La gita dell’anno all’Isola del Giglio dal 25 al 28 Aprile, alla quale parteciparono quindici equipaggi, vide la prima attraversata oltre le sei miglia.

1986: avveniva il trasferimento, ancora in forma provvisoria, della sede presso i Veterani Sportivi Veronesi, e prese il via a Lazise, in associazione con i commercianti veronesi del settore, la prima edizione – ne seguirono altre tre nel 1987,1988 e 1990 – della manifestazione “Prova il Gommone “ che permise a tanta gente di conoscere e provare scafi e motori (ed ai negozianti di fare ottimi affari).

1987: gita clou e prima uscita di gruppo all’estero con nove equipaggi che parteciparono alla Trieste – Rovigno organizzata dal Gommone Club Trieste dal 29 al 31 Maggio.

In quell’anno il Club partecipava alla prima esercitazione di protezione civile denominata “Chievo ‘87” (ed anche alle due successive: Basso Acquar ’88 e Primavera ’89) mettendo a disposizione mezzi e uomini per interventi in acqua in appoggio ai sub o per ricupero di infortunati o di materiali pericolosi.

Cominciavano i lavori per adattare a sede definitiva il locale concessoci dai Veterani Sportivi.

1988, decennale del Club: venivano superati i sessanta soci e la gita dell’anno del 22-23-24-25 Aprile all’Argentario, Giglio e Giannutri vide la partecipazione di diciotto equipaggi.

La marcia dei gommoni in vetroresina proseguiva travolgente: quaranta erano quelli di questo tipo con motorizzazioni la cui media era di 50 HP.

1989, anno d’oro del Club: fu inaugurata ufficialmente la sede attuale, e si svolse, dal 21 al 25 Aprile, la prima uscita all’estero organizzata dal Club (le isole di Hyères in Francia) a cui parteciparono dieci equipaggi.

Il 24 Giugno venne presentato il libro “In gommone con il Gommone Club Verona”, frutto del sudore di tre soci : Gianfranco Benetollo, Franco Garanzelli e Giancarlo Nicolussi.

1990: la gita dell’anno del 28-29-30 Aprile e 1 Maggio vide la più alta partecipazione di gommoni della storia del club: ben trentatré – e centocinquanta persone – raggiunsero via terra l’Isola di Krk nell’allora Jugoslavia per poi navigare fino a Cherso (Cres), Lussino (Losinj) e Arbe (Rab).

Il 15 Luglio prese il via quella che a tutt’oggi – nel 2003 ci sarà la 14ª edizione – è una delle uscite più attese e partecipate che ci riempie ogni volta di soddisfazione: la Giornata della Solidarietà , appuntamento irrinunciabile con “Gli amici degli spastici” che vengono ospitati sui nostri gommoni per una giornata “diversa” per loro, ma, soprattutto, per noi .

1991: 25-26-27-28 Aprile, prima attraversata impegnativa via mare: Terracina – Isola di Ponza (27 miglia) cui parteciparono sedici equipaggi.

Dal 28 Aprile al 4 Maggio si svolsero sul lago di Garda i campionati Europei di vela classe Star ed il Club fornì una completa assistenza nautica agli equipaggi in gara.

Il numero dei soci rimaneva sempre intorno alla sessantina, ma aumentavano i gommoni in vetroresina – diventati cinquanta – e le dimensioni medie, nonché le motorizzazioni ormai stabilmente oltre i 50 HP.

1992: il Club propose due uscite invernali: alla Riviera di Levante cui parteciparono quattro soci e al Carnevale di Venezia con sei “burloni” che navigarono le calli.

E le nostre compagne di vita e d’avventura ? Ecco organizzata per loro una festa della donna sul Garda all’8 Marzo.

La gita clou portò dal 30 Aprile al 3 di Maggio ben trenta equipaggi all’Isola d’Elba e Capraia.

14 Giugno: tornò la Caccia al Tesoro in Gommone con ventiquattro comandanti a contendersi, ovviamente, il tesoro.

1993: il 14 Marzo si svolse, per la prima volta nella storia del club, una gara di regolarità sul Garda: il “Trofeo del Capitano”, con nove equipaggi ad affrontarsi per la vittoria.

Dall’8 al 15 Maggio venne proposta la gita dell’anno al di fuori dei giorni in cui, di solito, si effettuava (generalmente “sfruttando” il ponte concesso da festività come Pasqua, il 25 Aprile o il I° Maggio), con meta la Sardegna: successo completo con diciassette soci partecipanti di cui cinque affrontarono la traversata via mare sui propri gommoni.

Il club raggiunse il numero di settanta iscritti, e l’esperienza della Sardegna stette a significare che erano presenti mezzi e motori che permettevano nuove esaltanti esperienze.

Il 30 Maggio si navigava per la prima volta l’Adige da Albaredo a Villabartolomea con quattordici partecipanti.

1994: dopo il successo dell’anno prima si ripropose la gita clou in un periodo al di fuori dei soliti ponti festivi e dal 7 al 14 Maggio dodici gommoni scesero via terra per la prima volta sotto Roma per andare a navigare il mare di Ischia, Capri e della Costiera Amalfitana.

Il 19 Giugno venne effettuata una seconda Giornata della Solidarietà sul Garda con un altro gruppo di disabili che furono ospitati su sedici gommoni.

1995: il club raggiunse il maggior numero di soci della sua storia – ottantaquattro – ed il parco mezzi evidenziava il grande cambiamento avvenuto negli anni.

Spariti praticamente i gommoni tradizionali – solo cinque su ottantaquattro -, sparite molte delle marche “storiche” (Callegari, Domar, Eurovinil, Zodiac) sostituite da nomi nuovi (Alson, BWA, Joker, Marlin, Marshall, Nuova Jolly, Solemar, Zar) che si affiancavano a quelle più vecchie che avevano “tenuto” il mercato adeguandosi alle nuove esigenze (Asso, Bat, Lomac, Novamarine).

Le lunghezze erano via, via aumentate e ormai settantotto gommoni superavano la fatidica soglia dei ml. 4, 20 e di questi, ben quarantatré il muro dei ml. 5,00.

Stesso discorso per i motori: tramontati Carniti, Whitehead – solo Selva restava come marchio Italiano con undici esemplari – e Volvo Penta, dominavano gli Americani (Evinrude, Johnson, Mariner, Mercury con quarantatré presenze), ma incalzati dai giapponesi (già trenta fra Honda, Suzuki e Yamaha erano appesi agli specchi di poppa) ed i mitici 20-25 HP erano ormai in netta minoranza con ventisette pezzi contro i cinquantasette che superavano tale soglia, e di questi dieci avevano 100 e più HP.

L’uscita dell’anno vide ancora come meta il sud d’Italia: dal 28 Aprile al 2 Maggio tredici gommoni navigarono tra il Gargano e le Isole Tremiti.

1996: nella gita clou dal 25 Aprile al I° Maggio dodici gommoni ritornarono a Ponza e giunsero fino a Ventotene.

1997: dopo sette anni si rimise in calendario la Croazia – la Jugoslavia non esisteva più – dal 30 Aprile al 4 Maggio, ma questa volta via mare e ben ventisette furono gli equipaggi partecipanti.

1998: nell’anno del ventennale del Club si ritornò ancora in Croazia dal 28 Aprile al 3 Maggio con dodici gommoni, destinazione, questa volta, il Golfo del Quarnaro.

Ma la vera festa per i vent’anni di fondazione si tenne il 20 Giugno con una crociera notturna sul lago di Garda che ebbe un successo strepitoso con duecentocinquanta persone ad affollare la motonave Brennero e a danzare fino a notte fonda.

1999: dal 23 al 27 Giugno al Giglio e Giannutri con nove equipaggi.

2000: dal 21 al 25 Aprile diciotto gommoni all’Isola d’Elba e Capraia con puntata in Corsica.

2001: dal 12 al 17 Aprile ventidue equipaggi nel Golfo di Napoli.

Questa uscita rimarrà nella storia del Gommone Club Verona in quanto – al ritorno dall’isola di Capri – buona parte dei partecipanti è stata costretta, per la prima volta, dalle condizioni del mare e, soprattutto, dalla violenza del vento a cercare rifugio nei porti della costa e ad abbandonare i fidi gommoni per ritornare in albergo in pullman.

2002: dal 25 Aprile al I° Maggio in Corsica con nove gommoni di cui cinque hanno affrontato la traversata da Piombino.

2003: venticinquesimo dalla fondazione.

In questa galoppata attraverso i venticinque anni di vita del Club, abbiamo ricordato soprattutto l’attività esterna, ma l’associazione ha anche svolto una grande opera di divulgazione ed informazione proponendo serate su argomenti nautici e non, tecnici, di meteorologia, con la partecipazione di esperti dei vari settori.

Non dimentichiamo poi la preparazione dei soci con l’organizzazione di corsi per patente nautica, di conferenze su legislazione nautica e stradale, di comportamento in mare con particolare riguardo alla sicurezza, tema che è sempre stato curato con attenzione.

Alla fine di questa chiacchierata (meno male, dirà qualcuno) che ha fatto rivivere un quarto di secolo (detto così fa una certa impressione, vero?) di vita del Club, ci sentiamo in obbligo di ricordare chi ha permesso all’associazione di arrivare fino ad oggi in buona, anzi, ottima salute.

Il primo doveroso ringraziamento va a tutti i componenti dei vari Direttivi che in questi anni si sono alternati alla guida del Gommone Club Verona.

È grazie al loro impegno che spesso sottrae tempo ad altre attività o alla famiglia (pensate che dalla fondazione sono state organizzate 200 gite, 22 manifestazioni, 55 serate didattiche, 52 tra cene e rinfreschi, 16 edizioni di giochi, 15 feste, 39 gite extra uscite, 12 corsi di patente), ed al loro entusiasmo se il Club è arrivato dov’è ora, ma, soprattutto, com’è ora: con lo spirito di amicizia, la voglia di stare insieme, di aiutarsi l’un l’altro, come una grande famiglia.

Basti ricordare che nonostante le tante situazioni, le difficoltà, i contrattempi – inevitabili quando sono coinvolte tante persone – non si è mai verificato un vero litigio: certo, ci sono state discussioni, prese di posizioni, dibattiti, ma sempre nel rispetto altrui e nella civile convivenza, e di questo dobbiamo andare fieri e dare merito a chi ha guidato il Club per essere riusciti in questo “miracolo”.

Il secondo doveroso, e più importante, ringraziamento va alle Signore del Gommone Club Verona, alle nostre compagne di vita e di passione che ci hanno affiancato, aiutato, sopportato (niente è peggio di un gommonauta di cattivo umore), che hanno condiviso disagi e paure (ed in certe situazioni c’è stato veramente da aver paura), sempre serene (o che si sforzavano di sembrare tali per non impensierire ulteriormente il proprio comandante) e pronte a collaborare alle varie iniziative del club.

Ed ora, cari amici, non ci resta che augurarvi una felice navigazione.

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